Da Cologno Monzese a Mauthausen: lettere di Antonio Fanzel alla famiglia (marzo-aprile 1944)

Le lettere che seguono sono state scritte da Antonio Fanzel dopo il suo arresto avvenuto il 27 marzo 1944 presso la sua abitazione in via Fontanile a Cologno Monzese. Le prime sono giunte alla famiglia grazie a delle persone alle quali sono state consegnate per essere spedite. Le ultime sono state lanciate dai treni diretti ai campi di campi di concentramento, raccolte da sconosciuti, che le hanno poi inviate. A volte, lettere di più deportati erano inviate in una sola busta, con un solo indirizzo: i destinatari facevano poi pervenire le lettere altre famiglie.

1.Lettera scritta a matita sul retro di una busta aperta.(Senza data, scritta tra il 31 marzo e il 3 aprile 1944)

Cara Assunta,
ti faccio sapere che mi trovo a Bergamo, alla caserma Colleoni. Cerca di venire a trovarmi e di portarmi la valigia con un po’ di roba per cambiarmi e un po’ da mangiare, anche un po’ di pane e da fumare, le cartine e i fiammiferi e un po’ di soldi; se non puoi fare da sola fatti aiutare da Francesco. Ti raccomando i bambini e datti coraggio, che tutto andrà bene. Appena ricevi parti subito e avvisa anche la famiglia Castoldi di fare anche loro come fai tu per me. Ti raccomando di partire subito.
Assunta guarda di fare il possibile di avvisare la famiglia De Mambro, a Sesto, via Monte Sabotino 52. Per questo avvisa Pallavicini che ti arrangi.

*Antonio Fanzel viene trasferito nel braccio tedesco del carcere San Vittore di Milano il 31 marzo. Questa lettera è quindi sicuramente databile tra quella data e il 3 aprile.
*La caserma Colleoni. Insieme alla caserma Montelungo, costituiva all’epoca il complesso della caserma “Umberto I” nel capoluogo bergamasco. Occupata dopo l’8 settembre 1943 dalle forze naziste e della RSI, diventa centro di detenzione per oltre 800 persone, la maggior parte delle quali arrestate durante gli scioperi di marzo nelle fabbriche del Nord Italia.
*Castoldi. Giovanni Castoldi, colognese, lavorava alla Falck (stabilimento Concordia) come operatore al laminatoio. Arrestato la stessa notte di Fanzel, ne condivide le tragiche tappe della deportazione a Mauthausen (matricola 61603). L’1 o il 2 dicembre 1944 è trasferito ad Auschwitz. Il 22 gennaio 1945 muore nel sottocampo di Blechhammer.
*De Marcho. De Marco Giovanni, operaio tagliatore alla Falck Vittoria. Arrestato insieme a Fanzel e Castoldi, muore a Gusen il 26 novembre 1944.

2. Lettera scritta a matita su un foglietto a due facciate a righe.(Senza data, scritta tra il 31 marzo e il 3 aprile 1944)

Cara Assunta,
in questo pacchetto ci sono dei buoni per mangiare in Ferriera, poi ci sono le chiavi della cassetta. Queste cerca di non perderle. Come ti ho già detto, qui siamo sempre in attesa di qualche ordine. In ogni modo non pensare: in qualunque posto vada io appena arrivo ti scrivo. Tu cerca di darti coraggio e tenere bene da conto i miei cari bambini.
A te Antonietta raccomando di fare la brava, cioè io sono convinto che la farai; e altrettanto tu Gino guarda, se vai dallo zio, di essere bravo e rispettoso, e anche per te spero in bene. Tu Fernanda, e tu Bruna, guardate di studiare e obbedire alla mamma; e tu, mia cara Luigia, spero che verrà anche quel beato giorno in cui ritornerò a darti tanti baci e a portarti i biscotti. E ora, tutti assieme, vi raccomando di non impaurirvi se ci sarà qualche allarme, tanto a Cologno non c’è nessun obiettivo. Ora, vi auguro Buona Pasqua, a tutti, e fate la Santa Comunione, e pregate per me. Ora vi mando un caro bacio e un affettuoso abbraccio.
Vostro padre, e marito
Antonio
Tanti saluti ai miei amici e parenti

*L’assenza di grandi fabbriche e obiettivi strategici poneva in quel momento Cologno relativamente al riparo dal pericolo di attacchi aerei. Di lì a poco, il 30 aprile 1944, il paese sarebbe però stato colpito dal primo bombardamento, che costò la vita a 14 persone. Nei mesi successivi, in tre distinti attacchi (il 25/9/44, il 25/1/45 e il 25/4/1945) condotti a bassa quota dai caccia ‘Pippo’, Cologno pianse altri 12 concittadini. [Fonte].
*Il riferimento alla Pasqua, che cade il 9 aprile 1944, permette di datare lo scritto è a ridosso di quella festività, quindi ormai non oltre il 3 aprile 1944.

3.Lettera scritta a matita su un foglietto a righe; grafia meno regolare della precedente, poi sempre più irregolare, affrettata

Bergamo, 4 aprile 1944 ore 7

Miei cari, in questo momento è arrivato l’ordine che domani mattina si parte. Il posto dove si va non si sa, però siamo certi che si va in Germania. In ogni modo appena sarò giunto al posto io vi scriverò subito. Non pensate per me. (Cancellato: Vedrete che) Io spero presto di ritornare fra voi. Cercate di arrangiarvi nel meglio possibile. Se mi mandano al lavoro appena prenderò i soldi ve li mando. Salutate tanto i nonni e fratelli e sorelle e tanti bacioni a voi tutti, specialmente a Luigia. Pregate per me, datevi coraggio e io farò altrettanto. Di nuovo vi abbraccio tutti
Vostro padre e marito
Toni ( scritto in grande, sottolineato)
Assunta ti raccomando non pensare e guarda i bambini. Appena avrai il mio indirizzo ti raccomando di mandarmi quelli di Eugenio, Gigi e Severino
Di nuovo tanti baci a tutti voi, parenti e amici

*Quello di mandare a casa i soldi è stata una delle grandi illusioni e uno dei grandi inganni di cui sono stati oggetto i deportati. Non solo mandavano a casa i soldi ma non potevano nemmeno scrivere, né ricevere posta.
*Il 5 aprile parte dalla stazione di Bergamo il secondo dei tre convogli ferroviari che deportano a Mauthausen i prigionieri concentrati nella caserma Umberto I. Si tratta complessivamente di almeno 865 lavoratori che avevano partecipato agli scioperi del marzo 1944. Una lapide in memoria è stata inaugurata nell’aprile del 2005 sul binario 1 dello scalo bergamasco.

4.Lettera scritta a matita su un foglietto a righe; lanciata dai finestrini del treno della deportazione)

Udine 6 aprile 1944, ore 8

Cara Assunta,
sono in viaggio per la Germania, io sto bene e così spero di voi tutti. Non pensare a me perché io mi do coraggio e spero presto di essere di ritorno. Mi dispiace di non averti visto al momento della partenza però sono contento che ho visto il babbo. Cerca di non piangere, specialmente quando ci sono i bambini. Appena sarò (arrivato) al posto ti manderò l’indirizzo.
Tanti baci a tutti  scusa del mio scritto ho scritto mentre il treno viaggia
Di nuovo baci a tutti
Vostro Antonio

5.Lettera scritta a penna su un foglio a righe strappato a metà; il retro è scritto da Giovanni Castoldi, anche lui deportato e mai ritornato; foglio lanciato dai finestrini del treno

Tarvisio, 6 aprile 1944

Carissima Assunta,
sono ancora in viaggio. Al presente tutto bene, speriamo in seguito. Ancora non so dirti per quanto tempo dovrò ancora viaggiare. In ogni modo non pensare per me, che io sto abbastanza bene. Appena sarò al posto, cioè appena mi sarà permesso ti scriverò. In ogni modo datti coraggio e dai tanti baci ai bambini per me. Tanti saluti ai miei genitori, fratello e sorelle.
Un caro bacio a voi tutti
Vostro Antonio

***

Fate il favore avvisare la mia moglie se riceve per caso il portafogli, perchè non lo avuto più, spero che almeno il portagli non lo butteranno via, aspetta il mio indirizzo e poi fammi sapere qualche cosa, se puoi mandami almeno la fotografia, se puoi cara Rosa non pensare di me, che io sto bene. Tanti baci al figlio mio e a tutta la famiglia.
Ciao tuo marito Giovanni

***

Le lettere sono state trascritte dell’ANED (Associazione Nazionale Ex Deportati nei Campi Nazisti) Un lungo lavoro di ricerca è stato fato dalla nipote di Antonio Fanzel, Patrizia Pozzi che ha lasciato alla biblioteca di Cologno Monzese parte della documentazione.

*Note ANED e Biblioteca civica Cologno Monzese

L’editing sonoro a cura del collettivo artistico multimediale “DONOMA”:
VOCI
Antonio Fanzel  Mauro Milone
Giovanni Castoldi  Gabriele Scarpino

Per maggiori approfondimenti su Antonio Fanzel

“Qualcuno deve pur lottare” In memoria di Antonio Fanzel

Testo e grafica a cura di Paola Domina e Matteo Sala

4 Commenti

  1. Gabriella Cazzaniga

    Mi piacerebbe condividere la storia del mio prozio anche lui deportato dall’inizio stabilimento Falck.
    Per la mia famiglia è un dolore aperto.

    Risposta
    1. ANPI Sezione di Cologno Monzese

      Buona sera. Stiamo raccogliendo le storie dei deportati colognesi anche come sezione Anpi di Cologno, se lo ritiene può prendere contatto con il presidente via mail anpicolognomonzese@gmail.com oppure via facebook.

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