PARATA DELLA LIBERAZIONE : i luoghi della Resistenza a Cologno Monzese

SABATO 22 APRILE ORE 17.00 piazza XI Febbraio

In occasione del 25 aprile la Biblioteca di Cologno Monzese in collaborazione con ATIR (Associazione Teatrale Indipendente per la Ricerca)  ha scelto di ricordare alcuni episodi avvenuti nella nostra città durante la seconda guerra mondiale.

Una festosa parata ripercorrerà alcuni luoghi della resistenza colognese, cinque saranno le tappe di questo corteo, si partirà da piazza XI Febbraio per arrivare in Villa Casati.

Clicca sui punti rossi per scoprire le tappe

Il percorso e le soste  saranno accompagnate da letture, canzoni e testimonianze, che ricorderanno, oltre alle vicende dei deportati colognesi, fatti accaduti nella nostra città  con uno sguardo all’esperienza della Resistenza italiana, fino al ricordo della nostra Carta Costituzionale di cui quest’anno si celebrano i 75 anni dall’entrata in vigore.

L’elaborazione artistica dell’evento è a cura di ATIR (Associazione Teatrale Indipendente per la ricerca), alle letture parteciperanno anche degli studenti della scuola primaria “Calvino” di Cologno Monzese.

Le 5 Tappe del percorso

1. Tappa: Partenza Piazza XI Febbraio ore 17.00

2. Tappa: Rappresaglia all’osteria del Cantinone e protesta delle donne

Ricordiamo due fatti avvenuti uno all’osteria del Cantinone (via Piave angolo Corso Roma) e un altro nel ex sede Municipale (via Milano)

IL primo:

Contesto storico

Incalzava la guerra l’intera nazione era sottoposta ad indiscriminati bombardamenti e dure restrizioni economiche.

Dopo l’armistizio dell’8 settembre a Cologno Monzese si intensificarono gli scontri tra i tedeschi e i colognesi più coraggiosi. I primi, depredati dei loro materiali bellici  e colpiti nell’orgoglio, incrementarono le  loro rappresaglie.

Colognesi contrari alla Repubblica di Salò si incontravano segretamente all’oratorio maschile e allacciarono i contatti con le formazioni partigiane di Brugherio e Cernusco, racconta Giuseppe Severi nel suo libro Cologno Monzese dalla sua storia le radici del 2000.

E continua: “Questa situazione di rivolta al regime dittatoriale e straniero, risvegliò in loro una maturità politica ed uno spirito di libertà, di indipendenza, di giustizia e di pace.

La ribellione, nascosta all’inizio, diventò sempre più consapevole e coraggiosa, tanto da sfidare apertamente e pubblicamente la dittatura, pur conoscendo il rischio della condanna a morte e della deportazione nei campi di sterminio nazisti.

Nelle osterie di Cologno intanto, gruppi di giovani si organizzarono e si riunirono di nascosto, appellandosi con i titoli di “partigiano” e di “comandante”, per compiere azioni di guerriglia contro i tedeschi e contro i fascisti.

Nottetempo, a piccoli gruppi, si recavano a svaligiare i carri ferroviari in sosta allo scalo di Segrate, pronti per essere instradati in Germania.

IL FATTO: Osteria del Cantinone 5 gennaio 1944

Le rappresaglie naziste non tardarono a manifestarsi feroci e spietate. La mattina del 5 gennaio 1944, nel giro di pochi minuti, tutte le strade di Cologno furono presidiate da fascisti armati, pronti a sparare su qualsiasi persona che si avventurasse in strada o che si affacciasse alla finestra.

Un gruppo di fascisti fece irruzione nell’Osteria del Cantinone in via Piave con l’intenzione di catturare questi giovani ardimentosi.

Spararono contro Aldo Nava che, intento a bere il caffé al banco, si girò di scatto tentando di scappare; poi sotto la minaccia delle armi, caricarono sul camion una quindicina di giovani presenti nel locale.

Vennero tutti portati a Monza, alla Villa Reale, dove si era insediato il Comando della Decima MAS. Furono interrogati, malmenati e torturati per poter conoscere da loro i nascondigli delle armi, i nomi dei partigiani e chi offriva loro protezione.

Ma dopo circa un mese di detenzione i fascisti si resero conto di trovarsi di fronte a persone innocenti e allora, grazie anche all’intervento del Podestà e del Commissario comunale di Cologno, si decisero a rilasciarli.”

IL secondo: Le donne colognesi

Contesto storico

Nel corso della seconda guerra mondiale le nostre città furono soggette a frequenti bombardamenti e dure restrizioni economiche. I generi alimentari subirono delle pesanti restrizioni, fu istituita la ‘tessera annonaria’ che stabiliva la razione spettante al singolo individuo. Si trattava di razioni insufficienti, spesso la merce era anche scadente e qualche volta avariata. Da questa situazione scaturì il secondo avvenimento che avvenne.

Il FATTO: Le donne colognesi 29 luglio 1944

Sabato 29 luglio 1944 verso le 15 presso gli uffici del municipio (situati in via Milano angolo via Piave) un gruppo di circa 200 donne colognesi protestarono contro il Segretario Comunale e il Podestà per la mancata di distribuzione della carne che si protraeva da lungo tempo. Grazie a questa protesta il 1°agosto tutta la popolazione ebbe quanto gli spettava. “Brave donne colognesi!

15 settembre 1944 Rivista: La Fabbrica: organo della federazione milanese del partito comunista italiano italiano Anno II n.9

3.Tappa : la pietra d’inciampo in memoria di Antonio Fanzel

Nei seguenti link è possibile approfondire la storia di Antonio Fanzel, cittadino colognese, deportato politico, morto nel campo di concentramento di Mauthasuen nel 1944.

Da Cologno Monzese a Mauthausen: lettere di Antonio Fanzel alla famiglia (marzo-aprile 1944)

“Qualcuno deve pur lottare”. In memoria di Antonio Fanzel

4.Tappa: Il cippo dei deportati colognesi

Qui di seguito per chi volesse conoscere tutti i nomi dei deportati colognesi di cui ad oggi abbiamo notizia, la vicenda di Carlo Bonalumi deportato (IMI) colognese, segnaliamo che in biblioteca è disponibile il libro “Perchè odio la guerra: 1943-1945 diario di un sopravvissuto” di Enrico Cattaneo deporto (IMI) colognese

In memoria dei deportati colognesi della seconda guerra mondiale

Il fondo Carlo Bonalumi: lettere dalla prigionia

Ringraziamo le famiglia Bonalumi, Cattaneo e Ortolina per la loro partecipazione.

5. Tappa: Villa Casati, conclusione della parata

Ringraziamo l’insegnante Luciana Sollecito e le studentesse della scuola primaria “Calvino”,
Silvia Marku, Alice Basso, Ludovica Capone, Sara Roubil, Elisabeth Angiletta, che hanno letto brani tratti da: “La Costituzione raccontata ai bambini” di A. Sarfatti, “Lo Stato siamo noi” di Marconi-Guicciardini e da Gianni Rodari

Recensioni

Angela Villa

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